ATELOFOBIA & DAIMON
SIN DALL'INIZIO DELLA MIA CARRIERA SPORTIVA AGONISTICA, HO GIOCATO CON COMPAGNE PIÙ ADULTE DI ME, PIÙ ESPERTE, PIÙ TECNICHE, PIÙ ALTE, PIÙ CAPACI. Mi allenavo in "PRIMA SQUADRA", ero "In panchina" (prima riserva, regista) nei w-end e tutti i pomeriggi infrasettimanali, giocavo "TITOLARE": under 15, 17, 19, Serie D, Serie C.
Non era semplice lavorare sul mio carattere, migliorare in termini di autostima, autoefficacia, gestione emotiva quando ero presa per ore "A PALLE IN FACCIA!", o considerata una DIVINITÀ.
Non era affatto semplice essere la REGISTA TITOLARE di cinque squadre differenti ed allenarmi con un sestetto, ma lo facevo ed anche piuttosto bene.
Caratterialmente, però, non crescevo, o meglio, rafforzavo i miei punti forti, ma non quelli deboli o del tutto latenti. Avevo un SELFCONTROL che anche sul 23-0 per la squadra avversaria, una volta, chiusi il SET, AL SERVIZIO 23-25. NON ESAGERO: "SEMBRAVI CHIUSA IN UNA BOLLA!", mi dissero, a fine match [SCRIVERÒ UN LIBRO SU SELFTALK & VISUAL IMAGING miei, in quel preciso SET!] Solo che le mie compagne di PRIMA SQUADRA, provavano tenerezza per me:
"LA MASCOTTE" e le altre mi vedevano come una DIVINITÀ.
Per me, in ogni caso, NON C'ERA MODO DI CRESCERE e VENIRE FUORI CON LE MIE DIFFICOLTÀ E FRAGILITÀ: AVEVO TANTE RESPONSABILITÀ E TANTI IMPEGNI E DOVEVO ESSERE SEMPRE "ALL'ALTEZZA"!
Ero l'Atleta che ogni tecnico desiderava avere in squadra. Non sentendomi all'ALTEZZA, imparavo dalle mie compagne e soprattutto studiavo i punti deboli di ciascuna e mi dedicavo, con tutta me stessa, ad eccellere in questi. Così, in certi momenti, è vero, ero indispensabile e mi riempiva di gioia, sentirmi parte di un gruppo, dare il mio contributo, rendermi utile.
Lo stesso faccio nel mio lavoro. Seguo i migliori Maestri ed alimento la mia autostima ed autoefficacia, approfondendo campi di studio e lavoro, in cui loro fanno più difficoltà, percorrendo strade e sentieri, non ancora tracciati: COSÌ È NATO IL MIO INTERESSE PER LE DIPENDENZE! Uno dei miei più grandi MENTORI, mi disse un giorno: "LAVORARE SULLE DIPENDENZE È INUTILE, MAI NESSUNO NE USCIRÀ REALMENTE ED IN MANIERA DEFINITIVA".
LA PRESI COME UNA SFIDA ED ANCHE COME UN MODO PER POTER RICAMBIARE QUALCUNO CHE AVEVA CONTRIBUITO, COL PROPRIO SAPERE, A RENDERMI MIGLIORE.
SCRIVO TUTTO QUESTO PER DUE RAGIONI:
NELLO SPORT PERCHÉ NEGLI SPORT DI SQUADRA, È MOLTO PIÙ DIFFICILE LAVORARE SUL SINGOLO ATLETA, SPECIE A LIVELLO CARATTERIALE. È IMPORTANTE, DUNQUE, NON BRUCIARE LE TAPPE E CHE OGNI RAGAZZO, SI ALLENI E COMPETI COI SUOI COETANEI, NELLA SUA CATEGORIA DI APPARTENENZA perché lo SPORT deve essere, innanzitutto, OCCASIONE DI CRESCITA E CONFRONTO.
"PER VINCERE E PERDERE C'È TEMPO UNA VITA INTERA!"
NEL LAVORO PERCHÉ LO STUDIO DELLE DIPENDENZE È TRAVOLGENTE. SUI MIEI BIGLIETTI DA VISITA, C'È UN MANDALA, a rappresentare la totalità del nostro essere a forma di SPIRALE, a rappresentare il nostro essere in continuo mutamento e divenire, BIANCA e NERA, a richiamare lo YIN & lo YANG e la nostra ambizione a trovare equilibrio ed integrità, in un TUTTO che sarà sempre "più della Somma delle singole parti" (principio Aristotelico, divenuto cardine nella Scuola GESTALT, di origine Tedesca): IN ENTRATA (fronte), ad indicare l'inizio del viaggio introspettivo, dentro noi stessi & IN USCITA (retro), a rappresentare il termine del viaggio e la nostra ri-nascita. "In ogni dipendenza c'è un LOOP ed il LOOP va disinnescato!" Non bisogna lavorare (SEMMAI QUESTO È INUTILE!) sul "Comportamento Dipendente" (messo in atto per illusione di rinforzo e condizionamento), bisogna lavorare su ciò che INNESCA IL LOOP, PER INTERROMPERLO [..].
AUGURO AD OGNUNO IL CORAGGIO DI CONFRONTARSI CON PERSONE CHE CI STIMOLINO A MIGLIORARE SEMPRE & POI, TRAENDO SPUNTO DA QUESTE STESSE PERSONE, QUELLO DI IMPEGNARCI TUTTI A DIVENTARE MIGLIORI IN QUALCOSA E SCOPRIRE, FINALMENTE, CHE SIAMO TUTTI UTILI E "ALL'ALTEZZA".
Dr.ssa Ottavia Capparuccini
Albo regione Abruzzo - N.2260
Tel.: 340.33.23.821
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