A RITMO DI CUORE

Sono stata invitata a relazionare l’ultimo libro, un romanzo, di Alessandra Bucci. Sono sempre a sostegno di ogni attività di tipo artistico-culturale ed a favore di chi lavora con tanta passione, entusiasmo ed impegno; ancor più poi, se si tratta di sport, musica, teatro e fotografia.

Credo che questo romanzo arrivi dritto al cuore di ognuno di noi, indipendentemente dal fatto che il lettore sia un atleta di livello agonistico o amatoriale, che lo sia stato, o che non abbia mai fatto Sport. È perfettamente curato in ogni sua descrizione e questo porta il lettore ad immedesimarsi, con molta facilità, nelle due protagoniste ed in tutti gli altri altri personaggi del romanzo. Suggerisco di leggere questo libro perché è a mio avviso, un ottimo Training di Empatia: la capacità di cogliere il vissuto dell’altro, il suo stato d’animo, di saperci letteralmente “Mettere nei panni dell’altro”, pur non avendo vissuto, in prima persona, la sua stessa esperienza. Pratico, ormai a livello amatoriale e seguo professionalmente, differenti discipline Sportive, sono anche una grossa appassionata di Fitness & Wellness ed in passato, sono stata anche Atleta di livello agonistico, di Pallavolo, giocando campionati nazionali sino alla massima categoria della Serie A. Nella stagione 2004/2005 abbiamo conquistato il titolo della Promozione, dalla B2 alla B1, restando imbattute e segnando così, il record storico della Pallavolo Femminile Italiana, fummo anche squadra ospite a “La Domenica Sportiva”, proprio la sera che il Milan aveva vinto il campionato, adoro il Calcio e per questo lo ricordo bene. Dunque, ho letto questo libro, prima ancora che con gli occhi esperti di uno Psicologo dello Sport, con quelli dell’Atleta che sono stata e posso garantirvi che ha risvegliato in me molti bei ricordi, caratterizzandoli con emozioni della stessa intensità e vividezza di allora, esattamente come descritto nella prefazione da Jiulieta Cantaluppi, anche lei Atleta professionista di Ginnastica Ritmica. Leggere ed intanto, immedesimarsi nelle due protagoniste e negli altri personaggi del romanzo è stato proprio come tornare indietro nel tempo e ritrovarmi in palestra, nello spogliatoio ed in allenamento, con le mie compagne di squadra. La differenza sostanziale è che la Pallavolo è uno Sport di squadra, caratterizzato da anticipazione ed improvvisazione, mentre la Ginnastica Ritmica è una disciplina Sportiva che richiede tanta più resilienza, tenacia, pazienza, volontà ed a tratti, anche perseveranza, come in tutti gli “Sport di Precisione”.

Dalla Dr.ssa Sonia Delle Monache, cardiologa c/o la ASL di Teramo e moderatrice della serata, mi è stato domandato, in particolare:

“Cosa pensi dell'influenza delle aspettative genitoriali?”

Rispondo da Figlia, Atleta e da Professionista e magari immaginando anche come mi comporterei io con mio figlio. Credo giochino un ruolo decisivo, purché moderate! La famiglia la considero la prima palestra, la seconda è la scuola e la terza, può esserlo uno sport, suonare uno strumento o cantare e quindi la scuola di musica, quella di vela o di equitazione; una passione di qualunque tipo, purché sia dei nostri ragazzi e non solo nostra, magari mai coltivata e/o rimpianta. Questo è importante perché spesso tendiamo a trasmettere loro i nostri desideri, bisogni, necessità (Mai espressi, nè realizzati; repressi, o rimpianti…come minuziosamente raccontatoci, ad esempio, in questo romanzo, da Alessandra Bucci).

Dr.ssa Sonia Delle Monache: “Come poter essere moderati nell’influenzarli?”

Credo che nessun genitore imponga, consapevolmente, le proprie scelte ai figli e credo anche che sia bellissimo quando si riescano ad ereditare passioni e talenti da nonni, zii e genitori; bellissimo perché si parla lo stesso linguaggio e quindi verranno sicuramente a crearsi maggiore partecipazione, condivisione, entusiasmo e coinvolgimento.

Suggerisco, però, di prestare sempre attenzione ai segnali comportamentali, ai messaggi che magari silenziosamente, ci inviano. Possono avere timore, visto il nostro entusiasmo, o al contrario, la nostra disapprovazione, di dirci: "Non voglio più giocare a calcio, vorrei Danzare!”. Mettiamoli, dunque, sempre al primo posto, sempre nella condizione di esprimerci il loro entusiasmo, le loro perplessità: siamo noi a dovergli insegnare che la vita è la loro e che dovranno prendersene cura responsabilmente.

La famiglia è il trampolino di lancio, la qualità del salto dipende solo da loro, da ognuno di noi*!” (*possiamo non diventare tutti genitori, sicuramente siamo tutti figli)!”

Prima di concludere, ho raccontato un aneddoto!

C'erano dei pomeriggi in cui mio padre non poteva accompagnarmi in palestra, era a lavoro, non voleva perché ero raffreddata, o dovevo studiare molto, etc., io prendevo il borsone e citofonavo ad ogni mio vicino di casa chiedendo di potermi accompagnare, con le lacrime agli occhi. Spesso, arrivavo a due isolati da casa mia, sino a casa di mia zia “Pia” che puntualmente e senza che glielo chiedessi nemmeno, mi accompagnava con la sua Fiat Panda! Lo stesso facevo anche per lo studio! Studiavo quando non ero in palestra, quindi anche tutta la notte ed a volte, ho anche preso ceffoni da mio padre che invece, voleva andassi a letto, a riposare.

Vi ho raccontato questo perché è un ottimo esempio di motivazione intrinseca e per dirvi che non credo occorra lasciare la Scuola di Musica, o lo Sport quando ci sono un basso rendimento scolastico, una cattiva condotta, tratti di iperattività e disturbi del comportamento vari. Solitamente, “Chi riesce in ciò che vuole, riesce anche in ciò che deve e viceversa!”

Ogni volta che ci è possibile, almeno una volta al giorno, "Predisponiamoci all'Ascolto": facciamoci raccontare le loro emozioni, i loro pensieri ed osservazioni, prima e dopo ogni allenamento e gara. State certi, in ogni caso, che se la motivazione è intrinseca, continueranno e riusciranno, senza troppe difficoltà: “È la loro strada!” se, invece, la motivazione è estrinseca (è un desiderio, ambizione di mamma e papà, zii, nonni, etc.) prima o poi, si stancheranno e lasceranno. Io, ad esempio, a nove anni, lasciai Ginnastica Artistica (Scelta per me da mia madre quando avevo appena quattro anni!): "Ho l'herpes al labbro superiore, non posso più fare Ginnastica Artistica!", le dissi, tornando a casa, da un allenamento, il venerdì che precedeva un w-end di gare e mia madre non insistette. È raccomandabile domandare di argomentare ogni tipo di scelta, cambio di programma, solo apparentemente, immotivati ed improvvisi perché è evidente che il ragazzo si stia nascondendo dietro una banale scusa; in modo da rassicurarlo, metterlo a proprio agio, farlo sentire “Libero” di esprimersi e già in grado di fare scelte "Autonome", per ciò che gli è concesso. Parlando con lui, magari scopriamo che non vuole più andarci non perché non gli piaccia il tipo di Sport, Strumento, etc., ma perché non gli è troppo simpatico il maestro, il gruppo di pari, è vittima di un bullo, o anche, (ESAGERO!): subisce violenze, psicofisiche che siano e semplicemente prova vergogna nel raccontarlo, ha paura della nostra reazione.

“Questo vuol dire esserci per i nostri figli!”

Mi capita di parlare con alcune mamme che hanno scelto di rinunciare alle loro passioni, amicizie, carriera, lavoro, trascurato il loro rapporto di coppia (Badate bene! Nucleo familiare e diade di coppia sono legami e relazioni differenti che richiedono attenzioni e nutrimenti differenti affinché durino nel tempo) e così scaricano la loro insoddisfazione sulla nascita dei loro figli, come non li avessero mai neppure desiderati.

A mio avviso, un figlio deve motivarci (Estrinsecamente, come noi a lui!) a fare meglio e di più, innanzitutto per noi stesse! “Non basta stare fisicamente in casa, perché un figlio senta di avere una madre accanto!” Parliamo di Madre perché è di questo tipo di legame che ci racconta, principalmente, Alessandra Bucci nel suo romanzo.

"I figli sono felici se i loro genitori sono felici!"

A me, in realtà, non piaceva affatto Ginnastica Artistica, era stato più un desiderio di mia madre che diceva che non le sembrassi abbastanza aggraziata e sciolta nei movimenti e che quindi, secondo lei, mi avrebbe fatto bene. Poi ho giocato a Pallavolo e sono arrivata a giocare fino in serie A, ma con sforzi eccessivi perché in realtà, non era lo Sport per il quale ero davvero portata, predisposta e più appassionata.

Quando a 20 anni, ho iniziato gli studi accademici, mi proposero di allenare una squadra, ma scelsi di lasciare l'agonismo ed allontanarmi, per un po’, dalla Pallavolo. Ebbi modo, finalmente, di avvicinarmi al mondo del Fitness, del Nuoto, del Tennis, delle Arti Marziali, del Ballo, del Canottaggio, del Tiro con l'Arco e dell'Equitazione ed ho scoperto che in molte di queste discipline, ho molto più Talento. Per questo ho deciso di laurearmi in Psicologia Cognitiva e poi di specializzarmi in Psicologia dello Sport, oltre che per studiarne gli effetti positivi a livello psicofisico che lo sport ha su di noi. C'è, inoltre, una grossa differenza tra avere uno stile di vita attivo, praticare attività fisica, o al contrario, avere uno stile di vita sedentario e praticare Attività Sportiva.

Avere uno stile di vita attivo, praticare attività fisica, ci pone il solo obiettivo di raggiungere, mantenere e migliorare il benessere biopsicofisico e sociale individuale. Chi pratica Sport, invece, di livello agonistico o amatoriale che sia, in ogni caso: ha l'obiettivo di raggiungere una performance di tipo ottimale e spesso incorre in over training (Super Allenamento!). Ho scelto, tra le altre cose, di occuparmi di orientamento scolastico, professionale e sportive perché dico sempre: “In ognuno di noi ci sono un genio ed un campione, vengono fuori solo in chi trova la propria predisposizione, talento innato: Daimon (Vocazione/Destino)!”

Si dice, appunto, che “Nasciamo due volte, la seconda è quando ne scopriamo la ragione (Daimon)”.

La famiglia, allora, dovrebbe fornire il mazzo di chiavi e lasciare liberi i propri figli di aprire quante più porte ed intanto, restargli “Accanto!”, “Non un passo indietro, né uno Avanti”: stare accanto vuol dire osservare! L'altro giorno, passeggiavo a Tortoreto ed un bimbo è sceso dallo scuolabus, visibilmente in sovrappeso ma, con lo zaino in spalla è saltato sullo schienale di una panchina, con un minimo solo di rincorsa. Mi sono immediatamente fiondata dalla madre e le ho domandato se facesse già Atletica e lei mi ha risposto: “Me lo ha chiesto ma io sono scettica, lo guardi è grasso!” Il mio Cuore era in lacrime, ma ho imparato che non posso metaforicamente "Picchiarvi!", non so ancora esattamente il motivo, ma torniamo tutti bambini quando parliamo con uno psicologo! Io, infatti, dico sempre che faccio la fioraia (A parte che è sempre stato tra i miei sogni diventare fioraia, adoro la botanica...), quindi ho sorriso intenerita e le ho suggerito di non chiamarlo più “Grasso” perché “Essere grassi non è una colpa, né magri un merito”, ma seguire un certo stile di vita, piuttosto che un altro e poi mi sono presentata e le ho raccomandato di portarlo ad Atletica perché a mio avviso è il suo Daimon. Lo stesso pomeriggio, ne ho visto un altro, “Danzare in un campo di calcio”. Ovviamente, non sempre intervengo, quando non mi è richiesto, ma ammetto che migliorando il modo ed il mio essere diplomatica, lo faccio spesso!

Questo accade nello Sport, nella scelta del Liceo, degli studi Universitari e nella vita in generale:

“Ogni scelta ha una motivazione intrinseca (Nostra) ed un’altra di tipo estrinseco (Dettata da altri/o). Con tutto l'impegno che possiamo metterci, se la motivazione non è innanzitutto intrinseca, non ci appartiene e quindi non sarà mai tanto forte per consentirci di allenarci e sfidare i nostri limiti, arrivando anche al superamento della nostra Prestazione Sportiva Ottimale!”

Se non ci sono domande, lascio la parola agli altri ospiti e relatori ed auguro a voi tutti, una appassionante e coinvolgente, lettura del romanzo. Ne approfitto per complimentarmi pubblicamente con Lucia, per la sua gara di domenica scorsa, le auguro di arrivare ovunque lei voglia e nel modo che preferisce.

Che le nostre vite siano sempre “A RITMO DI CUORE!”


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