Sazi Da Morire - La Fame Chimica

“Sazi da morire!” È il titolo di uno dei libri di Claudio Risé, giornalista, scrittore, docente e psicoterapeuta junghiano ed oggi partendo dal presupposto che esistano tre tipi di “Fame”, parlerò molto sinteticamente della “Fame biologica”, molto meno trattata e più discussa attualmente di quella “Fisiologica” e di quella “Nervosa”. Parlo di fame biologica cercando di spiegare gli effetti della cannabis sul dimagrimento e nel trattamento dei DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare). La canapa (cannabis) è sempre più utilizzata nel settore alimentare ed allora ci si domanda sempre più frequentemente quanto sia vero che stimoli il SNC (Sistema Nervoso Centrale), acceleri il metabolismo ed aiuti nella perdita di peso. L'argomento è assai vasto. Sono moltissimi gli stati che hanno autorizzato l’utilizzo dei cannabinoidi per la cura di disordini alimentari, anche in Italia è previsto dal Decreto Ministeriale del 9 novembre 2015. In gergo non medico si dice “Fame chimica”: parliamo della voglia di cibo che subentra solitamente dopo il consumo di cannabis. È un bisogno impellente ed apparentemente immotivato di introdurre cibi calorici per trovare sollievo da una fame improvvisa e vorace. È assolutamente lecito pensare che l’effetto “Fame chimica” indotto dal consumo di marijuana possa contrastare l’anoressia. L’azione stimolante sul sistema endocannabinoide di molecole della cannabis quali THC e CBD è per molti studiosi la chiave di questo aumento del desiderio di alimentarsi che, per persone che soffrono costantemente di rifiuto del cibo, può essere un aiuto enorme. Secondo diversi studi, squilibri all’interno del nostro sistema endocannabinoide sono strettamente correlati allo sviluppo di disturbi alimentari, ciò significa che i trattamenti con cannabinoidi potrebbero rivelarsi un’arma terapeutica efficace proprio per la loro intrinseca capacità di stimolare il sistema endocannabinoide e riportando il giusto equilibrio necessario a ripristinare la salute dell’organismo. L’anoressia è un disordine alimentare potenzialmente pericoloso per la sopravvivenza dell’individuo, caratterizzato dall’eccessiva perdita di peso e da un’alterata percezione del corpo. Secondo l’Associazione Nazionale dei Disturbi Alimentari è il più comune tra questo tipo di patologie e quello con il tasso di mortalità più alto ed uno degli espedienti terapeutici più studiati al mondo per la cura di questa patologia è proprio la cannabis terapeutica. L’anoressia primaria (quella non scatenata dall’insorgenza di altre patologie) ha spesso cause correlate a traumi infantili o subiti nel periodo adolescenziale, ma numerosi studi scientifici riconoscono anche la presenza di fattori genetici e biologici sullo sviluppo della patologia. Oltre ad essere una patologia a sé stante l’anoressia può essere anche una patologia secondaria alla presenza di un’altra malattia. Può subentrare, ad esempio, il rifiuto del cibo o la difficoltà ad alimentarsi in seguito all’aggravamento di malattie altamente debilitanti e dolorose (tumori, HIV…) o all’assunzione di farmaci particolarmente aggressivi (come i chemioterapici). La Canapa è certamente un alimento ricco di fibre e proteine, ma contiene, in diverse proporzioni, THC che aumenta l’appetito & CBD che aumenta, invece, la sensazione di sazietà. Il corpo di ognuno di noi racconta la nostra storia passata, presente e futura, se lo si impara ad ascoltare, conoscere e ad accettare. Secondo i miei studi e la mia esperienza come donna, atleta e professionista, non credo sia affatto una buona idea assumere sostanze inibitrici, o al contrario, psicoattive perché ritengo che queste, in ogni caso, alterino il sistema percettivo di una persona che (obesa, bulimica, anoressica, diabetica, con disfunzione tiroidea, etc.) ha già più o meno gravemente, compromesso ed alterato. Occorrerebbe, invece, lavorare per migliorare il sistema sensoriale, la percezione della immagine corporea e sensibilizzare il sistema percettivo, da quello tattile, olfattivo, gustativo e visivo, a quello propriocettivo ed enterocettivo (il nostro ottavo senso!), impossibile se si assumono caffeina e nicotina in eccesso, canapa, droghe, alcolici e psicofarmaci che causano necrosi neuronale irreversibile con conseguente alterazione della realtà e dissociazione mente-corpo. Come con qualsiasi programma per perdere peso, l’esercizio fisico e la dieta sono le chiavi per il successo. Assumere solo olio di CBD non funzionerebbe interamente da solo, ma viene suggerito che determinate varietà di marijuana (quelle con più CBD, che sono principalmente le Sative) possano aiutare una persona a concentrarsi ed essere più attiva, così come il THC rende il cibo più appetitoso ed il fumo potrebbe aiutare le persone che hanno difficoltà ad adattarsi ad una nuova dieta. Sono anche numerose le testimonianze di coloro che sono riusciti a superare la dipendenza dall'alcol o dalla cocaina grazie all'utilizzo della cannabis, che a differenza delle precedenti sostanze, non porta a una dipendenza fisica confrontabile, ad esempio, con quella generata dalla nicotina. Eppure la marijuana di per sé non basta per cambiare le abitudini alimentari: le persone afflitte da anoressia dovranno sostenere un percorso di psicoterapia per lavorare sulla loro dismorfia corporea e per smettere di considerare il cibo un “Nemico”. "I malati di anoressia sentono potere nel non cedere alla voglia di mangiare, per cui stimolare il loro appetito non sempre basta per fargli superare i problemi neurobiologici associati al loro disturbo", spiega Tamara Pryor, responsabile di ricerca clinica del Centro di Disturbi Alimentari di Denver.


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