La Psicologia dell'Annoiato

La noia è una esperienza che spesso può tormentare e far cadere in un vortice cronico di sensi di vuoto e di poca pienezza anche in presenza di abbondanza, quel sentimento di vuoto che spesso nasconde un malessere più profondo e fa precipitare la persona che ne soffre in un vortice di inutilità. L’esperienza delle persone che spesso provano noia è molto dolorosa perché si tratta di uno stato emotivo in grado di modificare completamente la percezione di ciò che ruota attorno all’annoiato. Così, è come se il mondo e la realtà attorno assumessero dei contorni poco definiti, evanescenti e colori pallidi e cerei. La noia è una esperienza emotiva che, esclusa la motivazione di assenza di stimoli, può divenire cronica. Non si tratta di una “Patologia“, ma di un’esperienza affettiva inserita in un funzionamento psichico dotato di senso e significato personale che può essere compresa ed elaborata. Tutte le sue esperienze di vita, lavorative, affettive vengono accomunate da un comun denominatore spesso chiamato “Indifferenza” e “Fastidio“. Spesso le motivazioni portate come giustificazione alla noia sono quelle della “Solita routine“, “Non succede mai niente“, “Non c’è niente che mi entusiasma“, “Farei prima a cambiare lavoro“, “Sarebbe meglio vivere a Panama” e “Non fa per me“. Eastwood la definisce come: “un’esperienza caratterizzata da un desiderio non appagato di fare-esperire qualcosa di soddisfacente”. La noia si presenta come un’emozione sentinella per cui, l’esperienza dell’annoiato è quasi quella di un ubriaco che non sa dove andare: una passeggiata con amici è noiosa, i programmi tv sono noiosi, un pranzo in famiglia è noioso. Effettivamente la noia sembra proprio una faccenda di attenzione. Le persone più propense a provare noia ottengono prestazioni peggiori nei compiti che richiedono attenzione sostenuta con una maggiore probabilità di presentare sintomi di ADHD e di depressione (Malkovsky,Merrifield, Danckert, 2012). L’esperienza soggettiva di chi si annoia è spesso caratterizzata dal vedere un mondo in bianco e nero, dove niente entusiasma veramente. A questo, diversamente da una persona depressa, con la quale ne condivide la visione della realtà, l’annoiato ha la caratteristica di sognare, ovvero di ripetersi che qualcosa cambierà e che prima o poi riuscirà a gioire. Spesso però non sa realmente cosa sia necessario cambiare e cosa potrebbe farlo/a stare meglio. Non a caso le persone che soffrono di noia sono dei fuggitivi, nel senso che sono alla continua ricerca di nuovi stimoli: collezionare nuovi amici, non lasciarsi sfuggire la serata clou in un locale, provare sport estremi. L’annoiato, dopo aver sperimentato le nuove cose, risprofonda nel suo stato di insoddisfazione. A volte, la noia è la fuga da uno stato depressivo profondo, che l’annoiato non vuole o non sa comprendere. Chi si annoia non trova valore in quello che fa o in quello che vive ed in genere ha percezione su quello che non desidera, ma non è consapevole di quello che desidera veramente per poter decretare un cambiamento nella propria vita. La condizione di noia talvolta segnala un’incapacità profonda di dialogo interiore, sopratutto per quanto concerne la lettura dei propri bisogni più profondi, affettivi e spesso un’incapacità ad avere una motivazione intrinseca. L’annoiato cerca stimoli esterni, cercando di sanare un divario interno che non sa o non vuole comprendere. La mancanza di contatto profondo può avere diverse spiegazioni ed è specifica di ogni persona che soffre di noia, o non riesce a godere di quello che ha. A volte mancano delle tappe importanti nel proprio sviluppo psicologico, e questo può portare ad uno spostamento di asse dai propri bisogni ai bisogni di altri, oppure mancano delle esperienze fondamentali che non si sono ancora fatte e che per un qualche motivo imprigionano la persona in un vortice di insoddisfazione, oppure si sogna una vita per sé senza saperla costruire con quello che si ha, o ancora, si vive conflitto che porterebbe ad un rifiuto del limite. Un po’ come se si desiderasse di continuo il paese dei balocchi! Infatti chi si annoia, secondo questa visione, ha spesso un desiderio di vita eccezionale, esperienze e amicizie fantastiche, amori travolgenti quasi holliwoodiani. Questa visione grandiosa e per certi aspetti narcisistica, sarebbe continuamente delusa, nell’annoiato, da un continuo esame di realtà, che mostra una realtà deludente, persone limitate e talvolta rapporti sentimentali banali o non soddisfacenti rispetto ai loro ideali.
L’annoiato evita di muoversi per paura di fallire. Inoltre dire “Non ne ho voglia“, “Mi annoia“, si è visto da diverse speculazioni in ambito psicoterapeutico, essere una manovra psichica di protezione dalla percezione di non essere meritevoli di ottenere quello che veramente si desidera. Il sentimento talvolta sembra diventare un vero e proprio stile di vita. L’annoiato è dannato alla ricerca esteriore di quello che non sa di volere, è attratto da qualsiasi bancarella perché non sa se li c’è qualcosa che si può perdere, per poi finire nuovamente deluso dall’esame di realtà e dai limiti esterni. Un buon lavoro su di sé, tendenzialmente, immunizza da sentimenti di noia, e restituisce alla persona lo spazio interno per poter riconoscere che già con quello che si ha, ci possono essere molte cose su cui lavorare e costruire una propria identità più stabile e più forte. L’annoiato aspetta che la felicità arrivi con l’incontro magico, con le amicizie travolgenti e sempre da esperienze nuove e sorprendenti e non sa godere nè apprezzare la realtà.


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