Nel Cervello Emotivo del Runner
Chi mi conosce sa che sono un ‘San Tommaso’: se non provo -e non conosco, non credo! Ho sospeso i miei allenamenti in palestra il 7 marzo. Sono a casa da allora e ieri, dopo quasi due settimane, ho ripreso ad allenarmi. Oggi ho deciso di andare a correre al Borsacchio, una Riserva Naturale a Cologna (Roseto degli Abruzzi - TE), dove io ed altri esperti runner, normalmente ci alleniamo. Sono partita da casa preoccupata delle reazioni di rabbia e degli insulti feroci che nei giorni precedenti piovevano, dai balconi, sui passanti. Invece, arrivata a Cologna, dove mi conoscono come Atleta Professionista, sono stata accolta da sorrisi ed applaudita e mi hanno incoraggiata gridandomi "Corri, corri anche per noi". Che emozione! Quanto entusiasmo e forza mi hanno dato! Ho continuato: davanti a me nessuno, dietro neppure. Correvo, continuavo a correre e ad un tratto, mi ha assalito lo sconforto e mi sono sentita drammaticamente sola. L'Atleta che si allena deve essere concentrato, non vuole essere distratto da passanti, né da altri atleti e così è sempre stato anche per me, ma oggi per la prima volta, ho desiderato incontrare altri come me, scambiare un saluto al volo, un sorriso di intesa e vicinanza. Voltato l'angolo ed entrata nella Riserva Naturale, ho visto persone a passeggio col proprio cane, in gruppi e rigorosamente senza mascherina. Mi sono imbattuta anche in coppie che si tenevano mano nella mano, ma stavolta non mi hanno intenerita come di solito accade, anzi mi hanno innervosita al punto che ho iniziato il rientro a casa correndo più veloce di prima, più veloce di sempre. Ed intanto, in 16 km, nemmeno una pattuglia delle Forze dell’Ordine! Nel frattempo, era tornato il silenzio -ora assordante, rotto dal verso stridulo e che mi è parso quasi di rimprovero, di una cornacchia. Il mare tanto azzurro, come il cielo, quanto fermo e silenzioso e l'odore di camomilla appena fiorita, mi hanno ricordato che siamo in primavera. È stato allora che mi sono fermata. Non mi fermo durante un allenamento, arrivo sempre alla fine. Oggi, invece, mi sono fermata e sono scoppiata in lacrime. Il capo chino, una mano sul cuore, ho pianto pensando a tutte le persone chiuse in casa, a tutti i giorni che abbiamo già trascorso in casa, a tutti i mesi che ho trascorso in casa io, negli ultimi tre anni, per le drammatiche vicissitudini in cui la mia vita si è snodata. Ed ho pianto ancora e ancora pensando che è la prima primavera per la mia nipotina e che non sarà più primavera per la mia nonna che quest’anno per la prima volta, non vedrò alla festa patronale cucinare per tutti. Ho pianto, poi ho respirato e ho ripreso la corsa. Questa volta, però, invece di cercare di battere il mio miglior tempo, ho semplicemente ascoltato il suono dei miei passi, che uno dopo l’altro scandivano un conto alla rovescia che mi riportava in gabbia. Dicono che "Lo sport mi ha salvato la vita!". Probabilmente hanno ragione, lo sport mi ha salvato la vita! È stato ripensando a questo che mi son detta “Non posso permettere e questo compagno, che tante volte mi ha soccorso nella vita, oggi metta a rischio la mia, quella di chi amo e di tanti altri”. E così ho deciso di fermarmi e di seguire un allenamento a casa. #iorestoacasa
Negli ultimi tre anni mi è capitato più volte di fermarmi per le più diverse ragioni. All’inizio ero spaventata dal timore di non tornare più quella di sempre, ma col tempo, ho capito che fermarsi non è male, anzi: pause e riprese ci aiutano a fare il punto ed a superare noi stessi, ci consentono di spingerci oltre. Del resto fitness vuol dire sapersi adattare e, soprattutto, saper affrontare ogni sfida: atleti, e non, affrontiamo la sfida. #noirestiamoacasa
#FERMIAMOCI #NOWAY
Dr.ssa Ottavia Capparuccini
Albo regione Abruzzo - N.2260
Tel.: 340.33.23.821



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